"C'erano quelli che leggevano e poi c’erano gli altri.
Ci si accorgeva subito se uno era un lettore oppure no.
Tra gli esseri umani non c’è differenza più grande."
Con questo romanzo scritto nel 1977, basato su fatti reali e tuttora modernissimo, Mankell si conferma grande precursore dei tempi e profondo conoscitore dell’animo umano: Il folle è una storia di forte attualità, che smaschera abusi politici e corruzione disegnando personaggi autentici, inermi di fronte al potere, che cercano solo un po’ di felicità. Mettendo in scena ideali e cadute della politica, e soprattutto l’eterna paura dello straniero, ad appena ventinove anni il creatore del commissario Wallander ha dato vita a un romanzo potente, che scuote e commuove.
La Seconda guerra mondiale è finita da poco. Bertil Krass, cresciuto con la madre e la foto di un marinaio che non ha mai conosciuto, fa il corriere in bicicletta a Stoccolma. Da un giorno all’altro decide di lasciare tutto e, in cerca di fortuna, si avventura a nord, dove in un piccolo comune del Norrland trova lavoro in una segheria. Un posto con un’eredità ingombrante, perché nei boschi vicini fino a poco tempo prima c’era un campo di prigionia destinato a comunisti, sindacalisti, anarchici, persone che, in nome della sicurezza del paese, dovevano essere messe a tacere. Una prigione a cielo aperto smantellata in fretta e furia solo dopo la sconfitta della Germania e per cui i responsabili, complici dei nazisti, non hanno mai pagato. Quando in un freddo giorno